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Al Museo del Bardo sono stata quest’estate: una collezione meravigliosa di mosaici antichi. Pochi turisti, quasi solo noi, un amico professore universitario ed io. Davanti all’ingresso, proprio dove si sono verificati i fatti di sangue di questi giorni di marzo, ha salutato, ricordo, un militare: “Una volta non avrei mai pensato che sarei stato contento di vedere una divisa – mi ha detto – oggi gli sono
17 marzo, la sera prima della strage di Tunisi. Dopo una settimana trascorsa proprio nella capitale della sponda sud del Mediterraneo, sono rientrata a Torino con gli occhi pieni di meraviglia. È la quarta volta che torno da Tunisi: ogni volta questa città mi dà sensazioni diverse, e ogni volta mi ci sento più a casa.
Il 17 marzo, dopo avere raccontato agli amici quanto la situazione lì apparisse finalmente stabilizzata e di quanto
Da qualche tempo, scappo a Tunisi appena posso. Sono stata diverse volte, da quest’estate in avanti. Mi ci reco senza grosse ansie, ma conscia della situazione. Molto informata, sempre, la mia professione lo impone: particolarmente interessante e per certi versi agghiacciante è stata la recente presentazione di Domenico Quirico del suo libro Il Grande Califfato, testo che ho divorato, e che purtroppo ho trovato molto realistico