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E’ una giornata soleggiata dalle temperature miti e il cielo terso. La bella stagione è arrivata, e nella città antica, le voci e i suoni si sono fatti più alte, quasi che qui la città senta l’inizio dell’estate. Dopo una lunga intervista sulla situazione del paese, la docente e autrice del libro “Una città una rivoluzione. Tunisi e la riconquista dello spazio pubblico” Chiara Sebastiani ed io ci meritiamo un momento
Tunisi, fine del mese di maggio dell’anno scorso. Davide mi telefona di mattina; sono nel quartiere chic di Ennasr, ma conosco la Medina ormai piuttosto bene. Mi dice di raggiungerli, lui e la troupe, nella libreria Diwan, vicino alla moschea. Dopo una corsa in taxi di una mezz’ora, sono lì (il taxi è un modo comodo e piuttosto economico per gli spostamenti); mi muovo con sicurezza nelle strette strade della cittadella
Hammamet, agosto. Gli alberghi sono pieni, la clientela è tendenzialmente araba: tanti gli algerini, che quest’anno sono arrivati in massa per salvare la stagione, e i tunisini abbienti. Spiagge bianche, alcuni tratti riservati ai clienti degli alberghi. Nei posti di lusso, in mare e nelle piscine, c’è di tutto: burkini, pezzi interi, bikini (pochi), donne che si bagnano vestite. Come al Sinbad di Hammamet abbiano potuto