Decine di artisti specializzati in street art sono stati chiamati a raccolta a febbraio in occasione del Chokri Belaid World Forum for Arts and Culture, la quinta edizione del festival dell’arte dedicato all’avvocato e attivista per i diritti civili Chokri Belaid. Protagonista il quartiere di Tunisi Djebel Jelloud.
Decine di artisti specializzati in street art, i graffiti che hanno reso celebri tante metropoli nel mondo, sono stati chiamati a raccolta a febbraio in occasione del Chokri Belaid World Forum for Arts and Culture, la quinta edizione del festival dell’arte dedicato all’avvocato e attivista per i diritti civili Chokri Belaid, la cui morte violenta nel 2013 ha innescato gravi eventi di protesta a pochi anni dall’inizio della primavera araba in Tunisia.
Il quartiere Djebel Jelloud di Tunisi è stato il teatro di una vera e propria rivoluzione del colore, grazie al talento creativo di personaggi molto noti nell’ambiente come lo statunitense Eric Skotnes, Bondi, Skander-Tej. Tra i convocati anche Iramo Samir, di origine marocchina, un personaggio celebre nella sua patria (e non solo) tanto da essere stato definito “l’artista del re”, per i riconoscimenti pubblici ottenuti dalla famiglia reale grazie alle sue opere. Ed è stata proprio l’unione dei pennelli di alcuni dei protagonisti del festival ad aver reso possibile, tra le altre, la creazione di un enorme graffito alto trenta metri. Le tecniche per realizzare opere tanto ambiziose sono state le più varie, dalla tradizionale quadrettatura alla Leonardo Da Vinci ai moderni macchinari per la retroproiezione su pareti di disegni realizzati in scala minore.
Tra le tante ricadute positive del festival, come sottolineato dal direttore artistico Alexandre Hassine Maael, la possibilità di riqualificare molte facciate esterne di palazzi in una zona di Tunisi piuttosto degradata e l’occasione di portare l’arte in mezzo alle strade di famiglie che, molto probabilmente, in una galleria d’arte non ci sono mai state e mai ci andranno. Ma colori, abilità e pazienza – a volte i muri vecchi e non mantenuti presentano difficoltà tecniche non facili da superare – sono riusciti a ottenere il risultato voluto, mettendo a disposizione di tutti opere talora sensazionali per la loro qualità e per il loro fascino. Con l’accordo, ovviamente, degli abitanti del quartiere che hanno offerto il loro benestare all’arrivo dell’arte di strada nelle loro case. E così, una facciata scrostata è diventata l’omaggio a un bimbo che gioca per strada; una giovane sposa marocchina in abiti tradizionali di cerimonia scruta il passante e, forse, guarda al suo futuro mentre simboli, colori sgargianti, figure e volti animano un intero quartiere, le abitazioni e i vicoli comunicando bellezza e umanità. L’arte si fa mezzo di attrazione ma anche di espressione e di diffusione di valori: quest’anno il festival ha anche organizzato, infatti, concorsi a favore di giovani del quartiere e laboratori di arte per gli studenti delle scuole di Belle Arti.
Il quartiere Djebel Jelloud a Tunisi con un graffito realizzato durante il Festival – photo credits Rosita Ferrato
Nel corso del festival non è mancato un momento di celebrazione della vita di Chokri Belaid, cui è stata dedicata una statua a opera dell’artista Samir Gouia, sistemata nel centro storico di Sfax. La famiglia di Belaid era presente durante i lavori del gruppo di artisti di strada: il fratello di Chokri, Abdelmajid, presidente onorario del World Forum Chokri Belaid per le Arti e le Culture, ha ricordato l’importanza dell’evento come mezzo per «combattere l’estremismo, il terrorismo, la violenza» nel ricordo di una figura che è stata «un martire, un poeta e un intellettuale».
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