In questo periodo nel quale i parrucchieri sono aperti, ma i centri estetici no, mi sono sorpresa a riflettere sulle abitudini estetiche delle mie concittadine per capire come affronteranno la limitazione imposta.
Per le torinesi la cura del corpo è stagionale. Nella maggior parte dei casi, infatti, scatta nervosamente all’approssimarsi delle vacanze estive.
Durante l’anno, le nostre signore si dedicano maggiormente e, quasi esclusivamente, alle chiome che non a tutto il resto. La torinese di un certo tipo infatti non rinuncerà al parrucchiere, anche a costo di doverci andare con i pargoli o con il cane. Si fa curare il colore (in genere lo stesso da tempo immemorabile, o proprio da una vita), la forma (idem), la piega (idem). Per la scelta dell’acconciatura infatti, la torinese è nei secoli fedele come l’arma dei Carabinieri, e anche il parrucchiere rimarrà lo stesso per affezione e mancanze di fantasia.
Diverso discorso invece per la cura del corpo: intervistando alcune esperte (e quale luogo migliore che interpellare delle estetiste simpatiche, se non quando sdraiata sul lettino a farmi massaggiare o ricoprire di fanghi?) ho appreso che la cura del corpo e del viso non è cosa che interessi particolarmente alle mie concittadine. Nella maggior parte dei casi, non solo disertano i saloni di bellezza, ma anche le palestre e i luoghi di attività sportiva (forse ad eccezione dei campi da tennis e da golf, ma sono lodevoli eccezioni), e anche dall’estetista ricorreranno solo in casi di emergenza (cerimonie, ma forse neanche) o quando le temperature iniziano a salire e all’orizzonte, almeno mentale, si profilano le spiagge.
Solo in quel momento, partirà una corsa al fotofinish verso lettini e macchine dimagranti, dove non le si vedeva dall’anno prima. ”Mi faccia tutto”, diranno speranzose. “Tutto quello che può”. Ma in autunno, passata (ma spesso non superata) la prova bikini, si eclisseranno di nuovo, dimentiche degli affanni passati.
Discorso diverso per hammam e saune, frequentati sporadicamente ma con piacere da radical chic, le alternative, le bobo (bourgeois boheme) locali, che si lanciano in queste avventure, da sole o con le amiche, per darsi un tocco di esotismo. Eccole dunque a sudare in bagni turchi arabi (e spesso in zone periferiche e poco raccomandabili della città).
Sorry, the comment form is closed at this time.