Didone e Enea: un dialogo aperto – Rosita Ferrato, giornalista, scrittrice, fotografa
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Didone è in terra, avvolta da una nuvola bianca di fumo, circondata dalle sue ancelle che non riescono a consolarla. Il suo dolore è straziante; si muove a scatti come una bambola rotta e di lì a poco si ucciderà.

È già la fine, della storia e dello spettacolo: il suo uomo, rapito dal Fato, si sta allontanando, lasciandola sola e inconsolabile.

La vicenda la conosciamo: Didone, fondatrice e prima regina di Cartagine si innamora dell’eroe troiano Enea, figlio di Anchise, quando costui, bello e dannato, si rifugia a Cartagine prima di arrivare nel Lazio. I due si sposano, ma poi lui la abbandona; lei si uccide con la sua spada e chiede al suo popolo di vendicarla.

È forse una delle prime storie italo tunisine, una storia d’amore finita male.

Oggi è raccontata nello spettacolo di danza Didon et Enée con la compagnia Oplas, l’ensembe del balletto dell’Opera di Tunisi e del Nouvel Ballet Tunisien, nell’ambito della 20esima edizione delle giornate teatrali di Cartagine (JTC) con il contributo dell’istituto Italiano di Cultura.

L’opera di Purcell è trasportata in epoca contemporanea, e il dramma, che unisce le due rive del Mediterraneo, rivissuto in modo onirico.

Didon et Enée nella sua semplicità apparente (minimali i costumi e le scene, perfetti) è un incanto. Bastano pochi elementi di scena, la musica e il talento dei danzatori fa tutto. Non c’è niente da aggiungere e niente da spiegare: è la tragedia di un uomo e una donna, rappresentata oggi e sempre attuale.

Qui al Teatro dell’Opera della Citè de la Culture di Tunisi però la storia, attraverso la rappresentazione artistica, acquisisce diversi significati: è l’avvicinarsi di due popoli, l’italiano e il tunisino, una collaborazione, un ponte, per la Tunisia un primo vero e proprio approccio di contaminazione artistica. Lo spettacolo fa parte di ”Dialogues” , un progetto culturale e sociale che ha come obiettivo la trasmigrazione fra popoli, l’integrazione e l’inclusione sociale, sulla base di un dialogo tra le diverse culture del Mediterraneo.

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