A Tunisi si è appena tenuta la prima edizione africana delle Assises du Journalisme. Sono stati tre giorni molto intensi, animati da ospiti da Paesi di tutto il mondo, con in comune la passione per il giornalismo e il mestiere dell’informazione, che hanno raccontato il loro vissuto. Ne sono emerse testimonianze forti, utili soprattutto in questo momento in cui anche in Europa il mestiere del giornalista è spesso sottovalutato, accusato a priori di ogni nefandezza.
A Torino, intanto, tutto è pronto per l’edizione 2018 di Voci Scomode, il nostro evento dedicato alla libertà di stampa.
Dopo esserci dedicati alla Turchia e alla Siria nelle ultime due edizioni, quest’anno abbiamo deciso di concentrarci su uno Stato oggetto di molte attenzioni, anche per fatti di cronaca, l’Iran: un altro luogo in cui fare giornalismo libero significa mettersi contro il potere e rischiare in proprio.
Il dibattito sarà, come sempre, costruttivo e i nostri due ospiti, Rasoul Asghari e Mariam Mana, rifugiati a Parigi alla Maison des Journalistes, ci racconteranno la loro avventura che li ha portati, purtroppo, a percorrere la strada dell’esilio.
Mariam Mana è nata in Iran nel 1987, ma si è trasferita in Afghanistan con la sua famiglia alla fine della scuola superiore. Ha iniziato il suo percorso lavorativo come responsabile comunicazione e media presso l’ONG Marie Stopes International, che promuove la salute sessuale e riproduttiva delle donne e parallelamente ha svolto l’attività di giornalista e produttrice di programmi radiofonici per la radio Salam Watandar. Durante la sua attività presso IRIB – Islamic Republic of Iran Broadcasting è stata minacciata in modo progressivamente sempre più aggressivo per la sua attività di denuncia dell’influenza dei gruppi fondamentalisti per la sicurezza nazionale e della condizione delle donne in Afghanistan sotto il regime dei talebani, tanto che è stata costretta a fuggire in Francia presso La Maison des Journalistes, dove oggi collabora con Salam Watandar Radio Network.
Rasoul Asghari è un giornalista iraniano che ha iniziato al sua carriera nel 1992 a Tabriz e in seguito a Teheran. E’ stato inviato di guerra nel Kurdistan iracheno, poi in Afghanistan e Kosovo per raccontare l’intervento militare statunitense nella ex Jugoslavia. Nel 2005 ha trascorso diversi mesi in Libano dopo l’assassinio del primo ministro Rafic Hariri a Beirut. Il suo impegno non è solo sul campo, ma anche rivolto alla categoria cui appartiene e alla libertà di stampa. E’ stato membro supplente del comitato esecutivo dell’Unione dei giornalisti iraniani per due anni e membro della Federazione internazionale dei giornalisti, dove nel 2010 e 2011 ha rappresentato la Turchia e l’Iran. Nel 2009 dopo la vittoria di Mahmoud Ahmadinejad e la repressione che ne è seguita si è rifugiato in Turchia finché non ha rischiato l’espulsione per la sua attività presso i media di opposizione. Dal 2012 è rifugiato politico in Francia dove svolge attività di giornalista indipendente.
Come ogni anno speriamo di poter raccontare in maniera esauriente una realtà complessa, offrendo agli spettatori spunti per conoscere e approfondire.
Per maggiori informazioni sull’evento VOCI SCOMODE 2018 | FREE IRAN? RIFLESSIONI A QUARANT’ANNI DALLA RIVOLUZIONE | Torino, 28 novembre 2018 | Circolo della Stampa | Corso Stati Uniti, 27 – ore 18.30/20 – clicca qui
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