Al metal detector, tra gli oggetti sequestrati, spiccava un pugnale dorato, probabilmente appartenente ad un giovane (reporter?) con un costume tradizionale arabo. Subito sottratto e lasciato a languire nel cestino di ordinanza.
Al giorno dell’inaugurazione, i più di 400 giornalisti provenienti da 30 paesi del mondo attesi a Tunisi, c’erano tutti. Code festose per accedere alla Citè de la Culture, una attenta ispezione all’ingresso e nella sala principale, qualche problema di organizzazione, pienoni, mugnugni, insomma, tutto quello che ci si aspetta da un grande evento di questo tipo.
Folla folla folla. Per una babele di lingue e nazionalità. Autorità politiche e grandi figure del giornalismo di tutto il mondo, direttori e capo redattori di grandi testate inseguiti per un’intervista o qualche battuta; ma anche e soprattutto masse di colleghi: operatori, reporter, corrispondenti, inviati, cameramen donne con colorati veli in testa, fotografi scattanti. E ancora molti, ospiti o spettatori, con la classica divisa da “giornalista sul campo:”: jeans, gilet multitasking per contenere il necessario ad una buona inchiesta, aria sveglia, energia e passo elastico: i giornalisti di tutto il mondo si assomigliano.
Un meeting importante, il primo in Africa e nel mondo arabo: per tre giorni la struttura simbolo della cultura tunisina è stata piacevolmente invasa dal giornalismo di qualità e del pluralismo dell’informazione, in una pazza folla di giornalisti accorsi con l’idea di ritrovarsi e scambiarsi le esperienze. Una bella occasione anche il per la Tunisia: sempre terra di ospitalità oltre che un crocevia di sapere e di eccellenza. E come partner delle Assises, l’Institut Français di Tunisi ha ospitato la retrospettiva “Un anno di immagini; il 2018 visto dai fotografi dell’AFP”, ovvero le foto più rappresentative di quest’anno, catturate dai fotografi dell’Agence France-Presse, una delle tre agenzie mondiali di informazione, delle quali vedete alcuni scatti in questa pagina.
Per approfondire leggete il mio pezzo sul Caffè dei Giornalisti: Le Assises di Tunisi: tre giorni di ossigeno per il giornalismo
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