Qui si dice signature. La signature de mon prèmier roman. È avvenuto a Tunisi, in questi giorni, alla Dante Alighieri.
La prima cosa che è mi è stata detta quella mattina era che i libri non erano arrivati, che erano rimasti bloccati alla dogana. “Dunque sono in Tunisia? “ sì, certo, ma sapere dove non si poteva, e infatti ancora adesso non so dove sono.
Ma è stato l’unico impiccio, per il resto è stata una serata riuscita. Ed emozionante.
Ho ritrovato, oltre a pubblico che non conoscevo, tutti. Tutte le persone che amo e che ho amato in questi 4 anni di vita tunisina: amiche che non vedevo da tempo, i miei compagni studenti dell’atelier di scrittura all’Institut Francais de Tunisie, gli expat come me che mi sono stati vicino e vicini di casa.
Sì, perchè il bello di qui è la “stratificazione” orizzontale delle conoscenze.
Mi piace frequentare vari contesti: prima di tutto la gente di qui, la grande ricchezza, il modo vero per incontrare un paese e cercare di capirlo; stare con le persone che lo abitano, lo vivono, con tutti i pregi e difetti. Poi i francesi, gli italiani, gli stranieri che come me si sono innamorati di questo posto e non l’hanno più lasciato.
Ogni persona, ogni gruppo porta una sua varietà e ricchezza, nutre, ognuno a suo modo e in modi diversi.
Per questo la presentazione si è svolta metà in francese e metà in italiano, per farsi capire da tutti. Qui ci si incontra fra culture diverse, mentalità diverse, età diverse, si sta insieme, si impara gli uni dagli altri.
Il mio sogno segreto? Fare un giorno una presentazione in tunisino: ma per questo, temo, ci vorrà ancora del tempo.
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