Dachra in arabo significa villaggio lontano. Ed è anche il nome di un film appena uscito in Tunisia che sta facendo molto parlare.
Vietato ai minori di 12 anni, questo lungometraggio diretto da Abdelhamid Bouchnak, già selezionato alla mostra del cinema di Venezia, è il primo film dell’orrore tunisino. È un genere che non è stato ancora esplorato dalle società di produzione cinematografiche di questo paese, e per questo molto atteso.
I temi sono legati alla storia, alla superstizione popolare: stregoneria, rapimento di bambini, omicidi. “E’ un film realizzato a partire da ingredienti tunisini – ha dichiarato il giovane regista all’agenzia TAP – per evocare questo angolo buio di una società superstiziosa, che è propria di noi del Magreb”. “Legate alla stregoneria e alle storie insolite e spaventose che fanno venire la pelle d’oca. È quel genere di suspense dove gli americani sono maestri e di cui adottate le tecniche e gli standard per sorprendere lo spettatore in un film che non possa essere che tunisino”.
Ma entriamo in sala. L’aspettativa è alta, gruppi di giovani attendono al cinema Rio, una delle sale centrali di avenue Bourguiba.
La trama. Tre studenti di giornalismo indagano su una storia misteriosa e si ritrovano nel bel mezzo di una foresta, a Dachra, un villaggio isolato dalle atmosfere cupe e inquietanti. È ambientato in Tunisia, quindi impressionano i luoghi, che non sono i soliti paesaggi americani, ma la foresta di Ain Draham, a nord ovest del paese.
In tunisino, sottotitolato in francese. Molto raffinato, senza inutili abbondanze di splatter, ma con il giusto mistero e brivido, il film tiene gli spettatori incollati alle poltrone, in silenziosa attesa nel susseguirsi della narrazione (cosa rara il silenzio al cinema, anche in Tunisia) attenti fino alla fine e soddisfatti all’uscita.
“La forza del film Dachra – si legge sul quotidiano Le Temps – sta nel giusto equilibrio fra lo scenario, il gioco degli attori e gli elementi visuali. Il luogo dove è stato girato ha visibilmente favorito la trasmissione di scene e di immagini piuttosto originali. Il giovane regista ha evocato le condizioni difficili durante la realizzazione l’inverno scorso nella foresta di Ain Draham, a dicembre in un quadro naturale e degli scenari inquietanti sotto una pioggia battente”. Uno scenario già da paura.
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