A Parigi si respira il genio. Le idee, l’inconsueto. Un artista si nutre di mille stimoli e novità. Parigi è il caos, ma è caos che non disturba, coinvolge e stordisce un po’. Il traffico, la luce, il fiume, la bellezza: ogni cosa riporta ad un pensiero, dà spunti, parla.
Guardando la Tour Eiffel, dopo i primi istanti di meraviglia (la notte, a momenti alternati, questo straordinario monumento illuminato, brilla), si capisce come qui il nuovo non scandalizzi e ben si armonizzi con l’antico. E’ vero che i parigini sembrano snobbarlo, (pur essendo simbolo della Francia e tra le mete più frequentate al mondo), ma una struttura così dirompente, grandiosa, in questa città ben si aggiunge alla tradizione.
È il nuovo, il super kitsch che diventa bellezza e si fonde; l’originale curato, perfetto, che si integra e diventa storia. Parigi è il centro del mondo. Qui tutto sembra possibile. E ti chiedi come hai fatto a non capirlo quando sei venuto altre volte: le idee fioriscono, le senti, le cogli e ti contaminano. Scopri di non sapere tantissime cose, ti senti provinciale, ma pronto a immergerti nell’esperienza, a recuperare il tempo perduto, tutto in una volta, in un tuffo intenso e inebriante. Mostre, palazzi, atelier, vetrine che espongono tutto.
I cinema sono aperti dalla mattina, i negozi ventiquattro ore su ventiquattro, i ristoranti propongono menu di ogni parte del mondo e i grandi magazzini, anche per chi detesta il consumismo, sono “attiranti”: catturano, avvolgono, polverizzando immediatamente il senso di colpa che prende anche i più puri, avvolgendo i sensi, gli occhi, il naso, e lasciandoti stordito e con il portafoglio vuoto (ma con le borse piene).
Parigi è la grandeur. La manna, il nutrimento per gli artisti. La gioia di vivere per i comuni mortali.
Rosita Ferrato
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